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Il concerto con le sonate di Beethoven che Lucia Negro ha tenuto nel dicembre del 2000 alla Konserthuset di Stoccolma è stato recensito con calore da Lars Hedblad su Svenska Dagbladet, che ha parlato, tra l’altro, di “esecuzione quasi furiosa, che non può che riscuotere ammirazione”. 

Nel voluminoso portfolio di Lucia Negro,
si possono trovare molte recensioni di grande apprezzamento:



“La sua esecuzione della sonata op.106 (Hammerklavier) è da considerarsi un’impresa strumentale
di enorme concentrazione. Non meno degna di ammirazione è la quasi eroica purezza con cui Lucia
Negro esegue i trilli e le catene di trilli in semicroma, gli stretti e le numerose asimmetrie
dinamiche. La Negro raggiunge l’apice con una luminosa interpretazione della sonata OPUS 28 in
re maggiore”.

Leif Aare, su Dagens Nyheter, dopo un concerto del 1992 con, tra le altre,
 la sonata OPUS 28 in re maggiore di Beethoven
.



“Nella monumentale sonata op. 106 (Hammerklavier), una delle opere più potenti e difficili della
letteratura pianistica, Lucia Negro ha mostrato le sue doti artistiche in tutta pienezza; tecnica e
temperamento, senso della forma e dello stile si sono fusi in modo perfetto. Con una esecuzione che
quasi toglieva il respiro all’ascoltatore, Lucia Negro ha compiuto una interpretazione magistrale,
grandiosamente svolta e possente. La musica di Beethoven si è sentita improvvisamente viva e
possente come non mai”.

Lars Hedblad su Svenska Dagbladet, dopo una serata per pianoforte nel 1992.



“In ogni caso, nessuno di questi pezzi poteva essere eseguito in modo più persuasivo ed armonioso
di come sono stati suonati da Lucia Negro. La sua esecuzione conferisce grazia ed amore alle prime
opere mentre un impeto espressivo ed una intelligenza formale caratterizzano la sonata in sol
minore”.

R.L. su “The Gramophone” del 1996 a proposito dell’interpretazione Stenhammar nei dischi BIS.



“Lucia Negro suona in modo sincero, vitale, dinamico e sentito, esattamente come ci si aspetta. Ho
trovato soprattutto convincente la sua esecuzione del Faschingschwank e del Kinderszenen (la
famosa “Träumerei” tratta da quest’ultima opera è eseguita per esempio in modo nobilmente
controllato e, allo stesso tempo, profondamente poetico). Anche la fantasia in do maggiore è
eseguita in modo magnifico…”.

Così scrive GL. O. sulla rivista “High Fidelity” a proposito del disco di Schumann del 1992.



 “Una dote artistica come questa, permeata da un senso di precisione e di grande responsabilità, è –
come diceva Spinosa a proposito del sublime – tanto difficile quanto eccezionale”.

Runar Mangs su Dagens Nyheter dopo la diretta di una serata per pianoforte dalla Berwaldhallen di
Stoccolma.


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